Obbligo GREEN PASS per 23 milioni di lavoratori.

Riguarda oltre 1/3 degli italiani l’obbligo del Green Pass sul luogo di lavoro a partire dal 15 ottobre (e fino al 31/12/2021 -termine di cessazione dello stato di emergenza-), dal magistrato alla badante, dipendenti pubblici e privati, partite iva, idraulici ed elettricisti, volontari e titolari di cariche elettive o istituzionali.

Lo stabilisce il Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 settembre scorso; con la firma del capo dello Stato sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

In mancanza di Green Pass i non vaccinati, o guariti Covid, avranno l’obbligo di effettuare un tampone ogni 48 ore (72 ore se molecolare). Obiettivo: “…continuare ad aprire il Paese” afferma il Premier Mario Draghi.

Senz’altro la misura è volta a dare alla campagna vaccinale la spinta necessaria per raggiungere il traguardo dell’80% della popolazione entro il prossimo mese, prima dell’arrivo dell’inverno, nonostante resti ancora accantonata l’idea dell’obbligo vaccinale.

NO alla richiesta di sindacati e Lega di tamponi gratis per i lavoratori non vaccinati; l’esenzione varrà soltanto gli esonerati dal vaccino.

Il lavoratore privo della certificazione al momento dell’accesso al luogo di lavoro è considerato ASSENTE INGIUSTIFICATO E, a decorrere dal 5° giorno di assenza il rapporto di lavoro viene sospeso fino alla presentazione della predetta certificazione e comunque non oltre il 31/12/2021 ma non rischierà il licenziamento. La retribuzione non è dovuta dal 1° giorno di assenza.

Per il lavoratore è prevista una multa da 600 a 1.500 euro.

Non mancano le multe neanche per i datori di lavoro, tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni (da 400 a 1000 euro).

Entrambe le sanzioni vengono irrogate dal Prefetto.

Il ministro leghista Giorgetti insiste per la riapertura delle discoteche e chiede che i datori di lavoro non procedano al versamento dei contributi previdenziali per i lavoratori sospesi.

Entro il 30 settembre prossimo il Ctu esprimerà un parere relativo alle condizioni di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative; la rivalutazione sarà propedeutica all’adozione di successivi provvedimenti.