L’uso improprio dei permessi legge “104” legittima il licenziamento da parte del datore di lavoro. Gli strumenti per il datore di lavoro e cosa può fare il beneficiario.

La condotta del lavoratore che sfrutti il pretesto dei permessi di lavoro riconosciuti per assistere un familiare disabile, ai sensi dell’art. 33 legge n. 104/1992, impiegandoli per svolgere attività personali diverse e slegate dall’assistenza al familiare, legittima il suo licenziamento in tronco.

Tale condotta costituisce altresì un illecito nei confronti dell’ INPS, oltre a imporre un impegno di spesa pubblica, che tutta la collettività sopporta, a tutela esclusiva della persona con disabilità, in più le giornate di permesso o di congedo richieste dal lavoratore, prevedono generalmente una riorganizzazione dell’attività lavorativa e spesso  incombenze più gravose per i colleghi.

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Scioglimento dell’unione civile: le fasi necessarie fino al divorzio.

Con sentenza n. 259/2021, il Tribunale di Bergamo torna a soffermarsi sul tema della dichiarazione di scioglimento dell’unione, come previsto dalla legge sulle unione civili (Legge n. 76/2016), ribadendo che tale dichiarazione solenne, resa avanti l’ufficiale di stato civile, unitamente al decorso di tre mesi, costituisce esclusivamente un presupposto per la presentazione della domanda di divorzio.

Non ancora abbastanza noto è l’istituto delle unioni civili tra persone dello stesso sesso (Legge n. 76/2016).
Tale istituto giuridico, in parte analogo al matrimonio, prevede che al fine di sciogliere detta unione, per volontà di una o di entrambe le parti dell’unione, debba ricorrersi alle norme sul divorzio (Legge n. 898/1970), istituto giuridico che, come noto, è capace di sciogliere il vincolo matrimoniale o gli effetti civili del matrimonio religioso.

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Scarso rendimento: sì al licenziamento, ma soltanto a determinate condizioni.

“E’ possibile licenziare per scarso rendimento?”. Sì, ma per quanto possibile in concreto, poi, non è così semplice provare l’inadempimento del lavoratore da c.d. “scarso rendimento“.

A oggi non esiste una normativa puntuale sullo scarso rendimento della prestazione lavorativa; si tratta in realtà di un’ipotesi che trae le sue fondamenta nella giurisprudenza, attraverso una interpretazione dell’art. 3 della legge 604/1966 in base al quale:

Il licenziamento per giustificato motivo con preavviso è determinato da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.

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Cass. Pen. sent. n. 17552, 6 maggio 2021: i messaggi WHATSAPP costituiscono prova documentale nel processo e sono legittimi anche senza accertamento tecnico.

Le conversazioni, le note vocali, anche gli screenshot, prodotti nel procedimento, sia civile che penale, sono riconosciuti come prove documentali ex art. 234 c.p.p..

I messaggi scambiati tramite Whatsapp, l’applicazione di messaggistica gratuita più diffusa al mondo, hanno natura, valore ed efficacia di documenti informatici, equiparati ai documenti tradizionali ex L. n. 408/08.

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Il contratto di rioccupazione e dubbi applicativi.

Il decreto Sostegni- bis introduce il contratto di rioccupazione” a tempo indeterminato da applicare in tutti i settori, legato alla formazione e ad un periodo di prova (massimo di sei mesi), con sgravi contributivi al 100%, da restituire nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto. Questi incentivi si cumulano agli altri già a disposizione delle aziende (sgravi al sud, per le assunzioni di giovani e donne).

Purtroppo questo bonus per le assunzioni, pensato per incentivare i datori di lavoro per arginare la possibile crisi occupazionale che si preannucia con la fine del blocco dei licenziamenti, si presenta già con molti limiti, alcuni quasi del tutto insuperabili.

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